In quest’opera di squisita fattura Dalí raffigura l’episodio cruciale svoltosi nel Giardino dell’Eden. Adamo ed Eva, qui rappresentati secondo i canoni classici dell’arte greca e romana, furono il primo uomo e la prima donna a far parte della storia raccontata nella Bibbia.
Adamo appare indeciso nell’atto di sollevare la mano mentre Eva lo invita a mangiare la mela raccolta dall’ Albero della Conoscenza del Bene e del Male. Dalí aggiunge ai due protagonisti l’immagine del serpente che avvolge le sue spire a forma di cuore; un tocco surrealista giocoso, che associa l’elemento maligno rappresentato dal rettile alla figura del cuore, simbolo dell’amore umano.
Nel corso della propria vita Dalí ebbe un rapporto travagliato con il Cattolicesimo. Sua madre fu fervente cattolica, il padre ateo. Nonostante la lunga ricerca di alternative, Dalí non riuscì mai ad abbandonare completamente l’impronta religiosa vissuta durante l’infanzia.
Data: ideata nel 1968, prima fusione nel 1984
Materiale: bronzo
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 8 più 4 EA (piú 2 prove di fonderia autorizzate)
Altezza : 200 cm
In this exquisite artwork, Dalí illustrates the dramatic moment in the Garden of Eden. Adam and Eve, two classical figures in Greek and Roman style, were the first man and woman, forming part of the Bible story. Adam raises his hand in indecision, as Eve entices him to eat the apple from the Tree of the Knowledge of Good and Evil.
The image of the snake is coiled into the shape of a heart, a playful surrealist touch, juxtaposing the evil element represented by the snake and the heart shape that he creates, representing human love.
Dalí studied theology and had an uncertain relationship with Catholicism throughout his life. Dalí’s mother was a stout catholic, his father an atheist. After much exploration, Dalí never fully succeeded in abandoning his childhood faith.
Date: conceived in 1968, frst cast in 1984
Materi al: bronze
Technique: lost wax process
Edition size : 8 plus 4 EA (plus 2 authorized foundry proofs)
Height : 200 cm
Dalí ribalta la realtà: prende l’immagine familiare dell’orologio, dura, solida e precisa, e ne inverte le caratteristiche. Diventando morbido ed impreciso, il tempo si piega ora ai pensieri individuali. L’inattesa morbidezza dell’orologio contrasta con la robustezza del tronco dell’albero su cui appoggia.
Ancora una volta, il concetto del morbido – duro viene illustrato attraverso l’opera scultorea. Secondo alcuni, con l’orologio molle Dalí ha rappresentato, in modo artistico e sempli cato, la teoria della relatività di Albert Einstein, illustrando il concetto di movimento del tempo attraverso la danza dell’orologio.
Data : ideata nel 1979, prima fusione nel 2015
Materiale: argento
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 49 più 5 EA
Altezza: 14,8 cm
di rocca
Dalí flips reality, taking the familiar image of a watch which is hard, solid and precise and inverts its characteristics. It is now the opposite, becoming so , inaccurate, time bends to individual meanings.
Again in this sculpture, the unexpected so ness of the watch contrasts with the hardened sturdy tree trunk upon which the clock rests. Some say that Dalí represents in his watches Albert Einstein’s theory of relativity of space and time; the dancing watch illustrating the concept of movement through time.
Date : conceived in 1979, cast in 2015
Material: silver
Technique: lost wax process
Edition + 5 EA
Height: 14,8cm
Base : rock crystal
Il Divano Mae West ribalta il metodo critico-paranoico di Dalí, con il quale si cerca di vedere immagini diverse in oggetti di uso quotidiano.
Infatti in questo caso il punto di partenza per la creazione dell’opera di Dalí fu un’immagine, le labbra sensuali dell’attrice Mae West, dalla quale creó un oggetto funzionale.
L’attrice Mae West era meglio conosciuta per il suo aspetto fisico sensuale e voluttuoso che per le sue capacitá nella recitazione, e Dalí, che era un genio della pubblicità, le fece un omaggio con questo divano.
Il primo divano fu costruito a Parigi nel 1936, sotto la supervisione di Dalí, in stoffa rosa shocking di Elsa Schiapparelli. Tale è la popolarità di questo mobile, che è diventato di immediata riconoscibilità.
Data: ideato nel 1936, creato in tessuto rosso e legno
nel 1974
Materiale: tessuti e legno
Tiratura: 8 più 4 EA
Altezza : 85 cm
The Mae West Lips Sofa reverses Dalí’s usual paranoiac-critical method of attempting to see images within objects. Dalí began his point of reference with an actual image, Mae West’s sensual lips, and created a functional object.
The actress Mae West was renowned more for her voluptuous figure and her risquéone-liners than for her acting skills, and Dalí, with his great skill for publicity and maintaining his place in the public eye, paid homage to her with this inspired and original sofa.
The first sofa was constructed in Paris in 1936, under Dalí’s supervision, based on his original sketch. The upholstery fabric was in Elsa Schiapparelli’s “shocking pink”.
Such is the popularity of this piece of furniture, that it has become instantly recognisable.
Date: conceived in 1936, created in red textile and
wood in 1974
Material: textiles and wood
Edition size : 8 plus 4 EA
Height : 85 cm
Da ragazzo Dalí amava vestirsi in modo originale, come lui stesso confermò: “quand’ero bambino il travestimento era una delle mie più forti passioni”. Dalí prestava meticolosa attenzione al suo aspetto, dai capelli impomatati agli impeccabili baffi. Il rapporto di Dalí con il mondo dell’alta moda ebbe inizio negli anni Trenta e durò tutta la vita. In questa scultura Dalí rende omaggio alle figure che hanno influenzato la sua arte: Coco Chanel, Elsa Schiaparelli e la modella Amanda Lear.
Elsa Schiaparelli era una collaboratrice abituale dell’artista, e insieme hanno concepito creazioni surrealiste quali il Cappello-Scarpa (1937) e il provocatorio Abito Aragosta (1937), notoriamente indossato da Wallis Simpson, prima del suo matrimonio con il Duca di Windsor.
Questa splendida e sensuale Venere è in posa da top model, la sua capigliatura un bouquet di rose. Davanti a lei si inginocchia un cortigiano, un dandy che rende omaggio alla sua musa. Entrambe le figure si appoggiano a un bastone per sostenersi, il bastone o la stampella essendo un simbolo Daliniano ricorrente.
La figura maschile richiama il dipinto di Dalí del 1934 Il fantasma di Vermeer di Delft che può essere usato come un tavolo. Le due opere presentano sorprendenti similutidini, date dall’identica posizione inginocchiata, dal bastone e dal costume d’epoca; Dalí era un grande ammiratore del maestro olandese Johannes Vermeer.
Data: ideata nel 1971, prima fusione nel 1984
Materiale: bronzo
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 8 più 4 EA (piú 2 prove di fonderia autorizzate)
Altezza : 179 cm
As a boy, Dalí loved dressing up, ‘disguise was one of my strongest passions as a child’. Dalí paid meticulous care to his appearance, from his slicked back hair to his impeccable moustache. Dalí’s relationship with the world of haute couture began in the 1930’s and lasted throughout his lifetime.
In this sculpture, Dalí pays tribute to figures who in”uenced his art: Coco Chanel, Elsa Schiaparelli and model Amanda Lear. Schiaparelli was a regular collaborator, together they devised surrealist creations such as the Shoe Hat (1937) and the provocative Lobster Dress (1937) famously worn by Wallis Simpson, prior to her marriage to the Duke of Windsor.
This remarkable sensual Venus poses in the stance of a supermodel, her head a bouquet of roses. Before her kneels a courtier, a dandy paying homage to his muse. Both figures lean on a staff for support, the staff or crutch a reoccurring Dalinian symbol. The male child figure recalls Dalí’s 1934 painting The Ghost of Vermeer of Delft Which Can Be Used As a Table. the two artworks have striking similarities, identical kneeling position, the cane, the period costume; Dalí was a great admirer of the Dutch master Johannes Vermeer.
Date: conceived in 1971, frst cast in 1984
Material: bronze
Technique: lost wax process
Edition size : 8 plus 4 EA (plus 2 authorized foundry proofs)
Height : 179 cm
L’orologio molle è l’immagine daliniana più conosciuta e l’artista scelse di rappresentarla costantemente durante la sua vita. Dalí divenne ossessionato dal concetto del tempo e utilizzò l’immagine dell’orologio che si scioglie in molte delle sue opere.In questa scultura.
Dalí portò il movimento e, l’orologio rappresentato sembra letteralmente danzare. Perdendo il controllo delle rigide leggi, il tempo per Dalí si muove al ritmo di una danza perpetua, accelera verso l’alto e discende lentamente, si protende e si liquefa.
Gli orologi illustrano un tema importante nell’arte di Dalí: l’attrazione per il contrasto tra il morbido ed il duro è sempre stata una profonda preoccupazione dell’artista. Dalí ribalta la realtà: prende l’immagine familiare dell’orologio, dura, solida e precisa, e ne inverte le caratteristiche.
Diventando morbido ed impreciso, il tempo si piega ora ai pensieri individuali. L’inattesa morbidezza dell’orologio contrasta con la robustezza del tronco dell’albero su cui appoggia.
Ancora una volta il concetto del morbido-duro viene illustrato attraverso l’opera scultorea. Secondo alcuni, con l’orologio molle Dalí ha rappresentato, in modo artistico e semplificato, la teoria della relatività di Albert Einstein, illustrando il concetto di movimento del tempo attraverso la danza dell’orologio.
Data: ideata nel 1979, prima fusione nel 1984
Materiale: bronzo
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 8 più 4 EA (più due prove di fonderia autorizzate)
Altezza : 302 cm
The melting clock is the most recognizable Dalinian image and the artist chose to portray it consistently throughout his lifetime. Dalí became obsessed with the concept of time and used the melted watch image in many of his works. Dalí brings to this sculpture a dynamism, where the clock appears to be literally “dancing”.
Unrestrained by the rigid laws of a watch, time, for Dalí, moves to the rhythm of a perpetual dance, speeding up, slowly down, stretching out, liquefying. The clocks illustrate an important theme in Dalí’s art; the contrast between the hard and the soft, a central preoccupation of the artist.
Dalí flips reality, taking the familiar image of a watch which is hard, solid and precise and inverts its characteristics. It is now the opposite, becoming soft, inaccurate, time bends to individual meanings.
Again in this sculpture, the unexpected softness of the watch contrasts with the hardened sturdy tree trunk upon which the clock rests. Some say that Dalí represents in his watches Albert Einstein’s theory of relativity of space and time; the dancing watch illustrating the concept of movement through time.
Date: conceived in 1979, frst cast in 1984
Material: bronze
Technique: lost wax process
Edition size : 8 plus 4 EA (plus 2 authorized foundryproofs)
Height: 302 cm
In questa scultura Dalí magnifica il suo rapporto con l’amata moglie Gala, il loro amore essendo qui rappresentato dall’apertura nel muro a forma di cuore. Nella sua autobiografia Dalí descrive Gala a cavallo di un Unicorno come “Gala, che cavalca l’Unicorno del mio Destino”, lasciando quindi intendere che l’immagine dell’Unicorno e dell’amore eterno per Gala fossero fonti di ispirazione per Dalí. L’Unicorno, animale leggendario, è stato in passato considerato simbolo di purezza e si credeva che il suo corno potesse neutralizzare qualsiasi veleno.
Presenta connotazioni legate alla castità e alla verginità, sia maschile che femminile, ed è stato adottato come segno o rappresentazione ideale del cavaliere “perfetto”. Qui l’Unicorno è rappresentato come figura fallica, il cui corno penetra un muro di mattoni dentro un’apertura a forma di cuore, da cui fuoriesce del sangue. Presente in svariate tradizioni culturali, l’Unicorno è universalmente celebrato come creatura benevola e ammirato in quanto bello, misterioso e difficile da domare.
Ciò che lo contraddistingue è il corno singolo; è di notevole interesse ed è un’immagine ricorrente nell’arte di Dalí. Dalí era infatti incuriosito dal corno del rinoceronte e affascinato dalle sue perfette forme logaritmiche a spirale, così come dalle conchiglie a forma di corno. L’unicorno di Dalí diventa una sintesi compositiva carica di molteplici messaggi; il simbolismo del muro, il cuore sanguinante, l’amore di Dalí per Gala e la donna in primo piano, che contribuisce a rafforzare l’aspetto femminile e sensuale della scultura.
Data: ideata nel 1977, prima fusione nel 1984
Materiale: bronzo
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 7 più 3 EA e 2 HC (piú 2 prove di fonderia autorizzate)
Altezza : 183 cm
In this sculpture Dalí eulogizes his relationship with his beloved wife Gala, the heart-shaped opening in the wall representing their love. In his autobiography, Dalí illustrates Gala riding a Unicorn, Gala, mounted on the Unicorn of my Fate, suggesting that the image of the Unicorn and eternal love for Gala were, for Dalí, sources of inspiration. The Unicorn is a mythical creature prominent in legends as a symbol of purity, it was also adopted as the sign or ideal representation of the “perfect” knight. The horn of the Unicorn was believed capable of neutralizing any poison.
The Unicorn’s horn pierces the wall through a heart-shaped opening, from which blood drops. Universally celebrated as a benevolent creature that appeared in many diverse cultural traditions, the Unicorn is admired as beautiful, mysterious, difficult to tame.
The distinguishing factor is the single horn; it is of significant interest, and is a recurring image in Dalí’s art. Dalí was intrigued by the rhinoceros’s horn fascinated by its perfect spiral logarithmic forms, as well as seashells shaped like horns. Dalí’s Unicorn becomes a compositional synthesis full of multiple messages; the symbolism of the wall, the bleeding heart, Dalí’s love for Gala, and the woman in the foreground who adds to the feminine and sensual aspect of the sculpture.
Date: conceived in 1977, frst cast in 1984
Material: bronze
Technique: lost wax process
Edition size : 7 plus 3 EA and 2 HC (plus 2 authorized foundry proofs)
Height : 183 cm
Dalí ha isolato l’immagine centrale del suo dipinto più noto, La Persistenza della Memoria (1931) immortalandola nel bronzo. Il dipinto, una delle immagini più famose nell’arte del ventesimo secolo, è stato il cuore della collezione del Museum of Modern Art (MoMA) a New York fin dal 1934. La scultura raffigura un orologio molle appeso al ramo di un ulivo, tipico del paesaggio di Cadaques.
Dalí crea una contraddizione inaspettata, presentando un oggetto duro e preciso come l’orologio, e raffigurandolo invece molle e malleabile. Il risultato è un’immagine affascinante. Il tempo perde la sua forma e, quindi, il “potere” e la pressione che esercita su un mondo legato alle regole. La struttura dell’orologio che si scioglie, simboleggia l’irrilevanza del tempo nello stato del sogno. Non è più lineare né rigido ma fluido e senza limiti.
La velocità del tempo è irregolare e si piega ai significati individuali. L’effettiva ispirazione di Dalí per l’iconico orologio molle è stata una continua fonte di dibattito sin dal 1931, periodo in cui l’immagine è stata concepita. Le teorie vanno dalla Teoria della relatività di Einstein, allo stesso Dalí che dichiara in modo giocoso, che l’ispirazione è nata da un formaggio Camembert che si scioglie al sole della Catalogna.
Dalí divenne ossessionato dalla nozione del tempo, a cui fa ripetutamente riferimento in molte delle sue opere artistiche. Questa iconica scultura rappresenta la preoccupazione e la costante battaglia dell’uomo contro il tempo. L’immagine dell’orologio che si scioglie ci permette di fuggire dalla realtà, costringendoci a concentrarci sulla funzione simbolica dell’oggetto.
Data: ideata e prima fusione nel 1980
Materiale: bronzo
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 6 più 3 EA, 3 HC
Altezza : 191 cm
Dalí has isolated the central image of his best-known painting, The Persistence of Memory (1931) and has immortalized it in bronze. One of the most recognisable images of twentieth century art, the painting has been a centre-piece of the collection of the Museum of Modern Art (MoMA) in New York since 1934.
The sculpture depicts a limp watch draped over the branch of an olive tree, typical of Cadaques scenery. Dalí creates an unexpected contradiction, presenting a hard, precise object, the watch, and portraying it soft, malleable. The result is a fascinating image.
Time loses form and with it, the ‘power’ and pressure it has over a rule-bound world. The melting structure of the watch symbolizes time’s irrelevance in the dream state. It is no longer linear nor rigid but fluid and without limitations. The speed of time is erratic and bends to individual meanings. Dalí’s actual inspiration for the iconic soft, limp watch has been a continuous source of debate – indeed since image was conceived in 1931.
Theories range from Einstein’s Theory of Relativity, to Dalí’s himself amusingly declaring that inspiration came to him from a runny Camembert cheese melting in the Catalonian sun. Dalí became obsessed with the notion of time, it is repeatedly referenced throughout his artistic oeuvre.
This iconic sculpture stands to represents man’s universal preoccupation and constant battle against time.The image of the melting clock allows us to escape reality, forcing us to focus on the symbolic function of the object.
Date: conceived and frst cast in 1980
Material: bronze
Technique: lost wax process
Edition size : 6 plus 3 EA, 3 HC
Height : 191 cm
L’orologio molle è l’immagine daliniana più conosciuta e l’artista scelse di rappresentarla costantemente durante la sua vita. Dalí divenne ossessionato dal concetto del tempo e utilizzò l’immagine dell’orologio che si scioglie in molte delle sue opere.
In questa scultura, Dalí portò il movimento e, l’orologio rappresentato sembra letteralmente danzare. Perdendo il controllo delle rigide leggi, il tempo per Dalí si muove al ritmo di una danza perpetua, accelera verso l’alto e discende lentamente, si protende e si liquefa.
Gli orologi illustrano un tema importante nell’arte di Dalí: l’attrazione per il contrasto tra il morbido ed il duro è sempre stata una profonda preoccupazione dell’artista.
Data: ideata nel 1979, prima fusione nel 2015
Materiale: argento
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 49 più 5 EA
Altezza: 22,4 cm
Base: cristallo di rocca
The melting clock is the most recognizable Dalinian image and the artist chose to portray it consistently throughout his lifetime. Dalí became obsessed with the concept of time and used the melted watch image in many of his works. Dalí brings to this sculpture a dynamism, where the clock appears to be literally “dancing”.
Unrestrained by the rigid laws of a watch, time, for Dalí, moves to the rhythm of a perpetual dance, speeding up, slowly down, stretching out, liquefying. The clocks illustrate an important theme in Dalí’s art; the contrast between the hard and the soft, a central preoccupation of the artist.
Date: conceived in 1979, frst cast in 2015
Material: silver
Technique: lost wax process
Edition size: 49 + 5 EA
Height : 22,4 cm
Base : rock crystal
Salvador Dalí ha reinventato e stravolto una classica rappresentazione religiosa, creando la sua personale interpretazione surreale dell’immagine tradizionale di Dio e della Trinità Divina. In questa scultura, Dalí ha desiderato illustrare l’unicità di Dio ed il dogma Cristiano della Trinità. Il centro della composizione scultorea è occupato da un grande pollice proteso verso l’alto.
La forza e la supremazia di Dio Padre è rappresentata dal dito, da cui emerge ogni forma di vita, simboleggiata dalla presenza dei giovani rami. Alla destra di Dio, Dalí presenta l’umanità sotto le sembianze di una figura umana piena di vitalità, che riporta alla presenza del Figlio di Dio ed a quella dei rami che si dirigono verso l’alto ed, al tempo stesso, sono radicati alla terra. Alla sinistra del Creatore, la presenza della figura alata rappresenta lo Spirito Santo.
L’angelo viene raffigurato nell’atto meditativo, con il mento appoggiato alla mano e l’ala sostenuta da una stampella. La figura dell’angelo, simbolo di purezza e nobiltà, ricorre spesso nell’opera di Dalí e, talvolta, viene illustrata prendendo le sembianze del volto di Gala.
In questa scultura, l’angelo sembra che stia meditando sulla visione della crepa presente sul dito di Dio, un difetto legato alla mortalità che espone la muratura in mattoni presente al suo interno.
Data: ideata nel 1977, prima fusione nel 1984
Materiale: bronzo
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 350 + 35 EA
Altezza: 44 cm
Patina: verde
Salvador Dalí reinvents and twists a classic religious depiction through an unusual surrealistic interpretation; in his unique way he alters the traditional image of God and the Divine Trinity. In this sculpture, Dalí wished to illustrate the oneness of God and the Divine Trinity of the Christian dogma. At the center of the artwork, we see a giant thumb reaching upwards.
The strength and supremacy of God the Father is represented by the thumb from which all life emerges, symbolized by the young branches.To the right of this divine being stands humanity: a man-figure bursting with life’s vitality which represents the Son of God. He directs his branches yet again upwards but is also rooted to the earth. On the left of the Creator, the presence of the winged-figure represents the Holy Spirit.
The angel is depicted in a meditative act, his chin resting on his hand and his wing supported by a crutch. The figures of angels, reoccurring in Dalí’s oeuvre, often borrow traits of Gala, and they represent for Dalí, purity and nobility. He appears to be contemplating the crack in God’s finger, a mortal flaw exposing the brickwork within.
Date: conceived in 1977, frst cast in 1984
Material: bronze
Technique: lost wax process
Edition size : 350 + 35 EA
Height : 44 cm
Patina : green
La lumaca occupa un posto importante nell’universo Daliniano, in quanto intimamente connessa a Sigmund Freud, che Dalí arrivò a considerare suo padre spirituale. Dalí era circondato da influenze psicoanalitiche e le teorie dell’inconscio vennero a essere incorporate nella sua arte. Dalí desiderava ardentemente incontrare Freud e in un’occasione disegnò uno schizzo della sua testa rendendola somigliante a una lumaca, sotto forma di spirale, a simboleggiare “un segreto morfologico”.
Quando finalmente incontrò il suo idolo, rimase colpito da una particolare scena cui assistette nelle vicinanze della casa di Freud; sulla sella di una bicicletta era appoggiata una borsa dell’acqua calda su cui strisciava una lumaca! Dalí era ossessionato dalle lumache, suo feticcio e fonte d’ispirazione per la sua opera artistica.
Oltre a essere uno dei suoi cibi preferiti, era affascinato dalla geometria naturale dei loro gusci e dall’idea di dualità; esterno duro e interno molle, proprio come l’uovo e l’aragosta. Dalí aggiunge un tocco surrealista alla scultura; paradossalmente, la lumaca, simbolo universale del lento scorrere del tempo, viene munita di ali e la si vede qui navigare rapidamente su delle onde.
Un angelo si posa dolcemente sul guscio della lumaca, facendole dono della rapidità di movimento. Questo messaggero funge da intermediario tra mondo reale e mondo immaginario, tenendo trionfalmente in mano una stampella, altro importante simbolo Daliniano. L’andatura fiacca della lumaca contrasta con il celere volo dell’angelo; una netta distinzione viene inoltre operata tra il movimento impacciato della prima e l’agile grazia del secondo.
Data: ideata nel 1977, prima fusione nel 1984
Materiale: bronzo
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 7 più 3 EA e 2 HC (piú 2 prove di fonderia autorizzate)
Altezza : 151 cm
he snail occupies an important place in the Dalinian universe, as it is intimately connected with Sigmund Freud, whom Dalí came to regard as his spiritual father. Dalí was surrounded by psychoanalytical influences and theories of the subconscious were incorporated into his art. Dalí longed to meet Freud and once sketched his head with the likeness of a snail, in the form of a spiral symbolizing “a morphological secret”. When he finally met his idol, he was struck by a specific scene near Freud’s house; on the saddle of a bicycle was a red hot water bottle on which crawled a snail! Dalí was obsessed with snails, they were a fetish of his and a source of inspiration for his artistic oeuvre.
Apart from being one of his favorite foods, he was fascinated by the natural geometry of their shells and the idea of duality: hard exterior and soft interior, just like the egg and the lobster. Dalí adds a surrealist touch to the sculpture; paradoxically, the snail, universal symbol of the idle passing oft ime,has been granted wings, and is seen here riding rapidly on waves. An angel lands softly on its back, bestowing the gift of swift movement.
This messenger acts as an intermediary between real and imaginary worldsand holds triumphantly a crutch, another important Dalinian symbol. The snail’s languid pace contrasts with the angel’s speedy flight; a sharp distinction is also drawn between the ponderous movement of the snail and the agile gracefulness of the angel.
Date: conceived in 1977, frst cast in 1984
Material: bronze
Technique: lost wax process
Edition size : 7 plus 3 EA and 2 HC (plus 2 authorized foundry proofs)
Height : 151 cm
Questa scultura si rifà all’olio su tela di Dalí del 1937 “Giraffa in fiamme” e unisce due dei suoi temi preferiti: il fuoco e una figura femminile a cassetti. Qui la figura femminile si compone in gran parte di fiamme. Queste fiamme inestinguibili rappresentano una passione ardente, che si diffonde dai piedi verso l’alto: modellate in bronzo, si alzano verso l’alto, dando l’impressione che l’intera
figura sia consumata dal fuoco e abbia una vita propria.
L’ aspetto fisico della donna acquista una nuova prospettiva: è compartimentata dai cassetti e le stampelle sostengono il suo corpo arcuato. Sotto l’influenza delle teorie freudiane, i cassetti furono utilizzati da Dalí per simboleggiare l’inconscio.
Come Dalí disse una volta: “Il corpo umano è pieno di cassetti segreti che solo la psicoanalisi è in grado di aprire”. Allineando il busto della figura e la gamba anteriore questi cassetti parzialmente aperti dovrebbero descrivere la sessualità nascosta delle donne. Fungono infatti da “ingresso” nel mondo interiore della donna e rappresentano i nostri desideri più profondi e il mistero dei segreti a noi celati.
La figura senza volto rappresenta tutte le donne e la sua bellezza deriva non solo dalla forma sensuale ma da un senso di mistero interiore che sembra derivare tanto da ciò che sceglie di nascondere quanto avrebbe da rivelare. Originariamente la figura era completamente curvata all’indietro.
Il signor Levi rammenta il momento in cui Dalí lanciò il modello di cera sul pavimento in un momento di rabbia mentre lui suggeriva di raddrizzare leggermente il busto. Senza l’aiuto di Gala nel far ragionare Dalí, la scultura non esisterebbe come la vediamo oggi, in questa forma espressiva e intima.
Data: ideata e prima fusione nel 1980
Materiale: bronzo
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 8 più 4 EA
Altezza : 360 cm
This sculpture recalls Dalí’s 1937 oil painting Burning Giraffe, and unites two of his favorite motifs: female figure with drawers and fire. The female figure here is composed largely of flames. These inextinguishable flames represent burning passion spreading from the feet upwards. Rising flames modelled in bronze give the impression that the whole figure is consumed by fire and seems to have a life of its own.
The woman’s physical appearance acquires a new perspective: crutches support her arched body and she is compartmentalized by drawers. Influenced by Freud’s theories, drawers were used by Dalí to symbolize the unconscious. As Dalí once said “The human body is full of secret drawers that can only be opened by psychoanalysis”.
Aligning the figure’s torso and front leg, these partly opened drawers represent concealed sexuality of women. They act as an “entrance” into a woman’s interior world and represent our deepest desires and the mystery of hidden secrets. The faceless figure represents all women, her beauty arising not merely from her sensuous form, but from a sense of inner mystery that seems to derive as much from what she chooses to withhold as to reveal.Originally the figure was completely curved backwards.
Mr Levi recounts Dalí throwing the wax model to the floor in a moment of rage when he suggested straightening the bust slightly. Without Gala’s help in reasoning with Dalí, the sculpture would not exist as it does today in this expressive, intimate form.
Date: conceived and first cast in 1980
Material: bronze
Technique: lost wax process
Edition size : 8 plus 4EA
Height: 360 cm
L’immagine di un elefante che porta un obelisco è raffigurata in uno dei dipinti più famosi di Dalí, “La tentazione di sant’Antonio” (1946). In un paesaggio desertico, quattro elefanti guidati da un cavallo trasportano oggetti simbolici che rappresentano varie tentazioni. L’obelisco, simbolo di conoscenza e potere, è l’omaggio di Dalí alla scultura di Gian Lorenzo Bernini a Roma. Gli elefanti di Dalí hanno gambe esageratamente lunghe che li sollevano verso il cielo. Queste gambe sottili e multisnodate si giustappongono al pesante corpo dell’elefante.
L’obelisco allude a un fardello faticoso da portare, tuttavia l’artista distorce la realtà rendendolo privo di peso, una rappresentazione illusoria che quasi “fluttua sopra la sella. La combinazione di questi elementi contraddittori crea un senso di disordine e squilibrio metafisico che può esistere solo in un mondo onirico. Questa creatura surreale, che si muove attraverso lo spazio verso i cieli, simboleggia un volo di fantasia in direzione di un universo ipnotico. L’immagine delle gambe allungate in aggiunta all’obelisco alto e appuntito allude alla ricerca che l’uomo intraprende per “arrivare più in alto”.
Durante la creazione della scultura, le gambe dell’elefante in origine avevano piedi a forma di artiglio. Nutrendo dei dubbi in merito a questo elemento, Beniamino Levi, presidente del Dalí Universe, si rivolse a Dalí per farlo modificare. Dopo un’iniziale resistenza e con il supporto di Gala, i piedi si sono trasformati in zoccoli di cavallo. Come l’orologio molle, l’Elefante è divenuto un simbolo importante, un’immagine indimenticabile usata ripetutamente nella sua opera.
Data: ideata e prima fusione nel 1980
Materiale: bronzo
Tecnica: a cera persa
Tiratura: 8 più 4 EA
Altezza : 724 cm
The image of an elephant carrying an obelisk is portrayed in one of Dalí’s best-known paintings the Temptation of St Anthony (1946). Four elephants led by a horse in a desert landscape, carry symbolic objects which represent various temptations. The obelisk, symbol of knowledge and power, is Dalí’s homage to Gian Lorenzo Bernini’s sculpture in Rome. Dalí’s elephants have exaggeratedly long legs which raise them up towards the sky. These thin, multi-jointed legs juxtapose with the heavy body of the elephant.
The obelisk alludes to a tiring burden, yet the artist distorts reality making it weightless, an illusion of it almost “oating above the saddle. The combination of these contradictory elements create a sense of disarray and metaphysical imbalance that can only exist in a dream-like world. This surreal creature, moving through space towards the heavens, symbolizes a “flight of fantasy to a mesmerizing universe. The image of the elongated legs in addition to the tall pointed obelisk, alludes to man’s pursuit of ‘reaching higher’.
The legs of the elephant originally had claw-like feet during the sculpture’s creation. Doubtful of this element, Beniamino Levi President of the Dalí Universe, approached Dalí to modify it. After initial resistance and with Gala’s support, the feet changed to horses hooves. Like the soft watch, the Elephant became an important symbol, an unforgettable image used repeatedly in his oeuvre.
Date: conceived and frst cast in 1980
Material: bronze
Technique: lost wax process
Edition size : 8 plus 4EA
Height: 724 cm